Comunque: un giorno imprecisato tra il 1968 e il 1969 Kingsley si siede al pianoforte e, in mezzo minuto, butta giù una breve melodia. Ancora non lo sa, ma quelle poche battute in quattro quarti lo renderanno immortale. La melodia viene sviluppata in un brano che si intitola Popcorn e che finisce in un LP di musica per moog pubblicato da Kingsley nel 1969. Album d’avanguardia, molto apprezzato dalla critica ma ignorato dal grande pubblico. Popcorn resterà un bizzarro brano che il gruppo di Kingsley si diverte a suonare come bis alla fine dei concerti.
Questa è la versione originale del 1969 (con annesso un pionieristico videoclip). E non dirmi che non hai mai sentito questo motivetto…
Sia gli Hot Butter che i Pop Corn Makers scompaiono subito dalla scena: Popcorn non ha bisogno di identificarsi in un interprete particolare, perché è destinato a vivere di vita propria. Dal 1972 a tutt’oggi è stato eseguito e rivisitato in almeno 200 versioni (vedi l’elenco in un sito interamente dedicato a Pop Corn ).
Qui sotto puoi ascoltare una piccola antologia che ho assemblato con le versioni più originali o bizzarre (compresa quella di Antoine, che vi aggiunse anche un testo, con un risultato che... lascia a bocca aperta):
Nella sua diabolica semplicità Popcorn è uno standard ecumenico: può essere interpretato in mille salse e ha una micidiale e capillare capacità di penetrazione, visto che la sua esecuzione non richiede nessuna particolare abilità tecnica. Anzi: può essere eseguito anche senza alcuno strumento musicale. Chi andava a scuola all’epoca della primissima epidemia popcorniana avrà avuto almeno un compagno di classe abbastanza estroso da eseguire il motivetto con i rutti o con le ‘schicchere’ sopra il pomo d’adamo. Ma anche da questo punto di vista Popcorn gode ancora di ottima salute: qui sotto si può vedere un giovane epigono contemporaneo.
Kingsley è un grande. Ha creato un’icona sonora, il brano seminale del pop moderno, continuamente citato, parodiato, riarrangiato; brano che precorre la musica elettronica, la musica d’ambiente, la dance, il remix e quant’altro. (Qui c'è un interessante e divertente video su cosa pensa Kingsley della creatività...)
Subito dopo l’exploit del 1972 i discografici spinsero Kingsley a ripetere l’esperimento, facendogli incidere altri brani dal titolo a sfondo mangereccio: "Cracker-Jacks," "Sauerkraut", “Cold Duck”. Ma il miracolo non si ripeté. Popcorn è un unicum, ha qualcosa del sortilegio e del mantra, è una specie di formula magica con le note al posto delle parole. Chissà se tra quarant’anni circolerà ancora tra gli umani… Ne riparliamo al prossimo anniversario.
Per chiudere il cerchio di questa celebrazione, non resta che ascoltare l’ennesima versione di Popcorn, forse la più bella ed intensa, eseguita nel 2007 dall’autore. Non vorrei sbagliarmi, ma alla fine della performance Kingsley dice qualcosa tipo: "E adesso basta..." Ma Popcorn non si fermerà. Vai alla grande Gershon!